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lunedì 1 febbraio 2016

Kiske/Somerville - City of Heroes (2015)

A distanza di cinque anni dall’esordio discografico, che ha diviso gli ascoltatori fra chi lo riteneva un lavoro splendido e chi poco meno di un abominio, torna sugli scaffali un prodotto nato dalla collaborazione fra Amanda Somerville e Michael Kiske; fortemente voluto dalla Frontiers Records, il sodalizio puntava a far coesistere una cantante talentuosa e nota per la sua collaborazione con molteplici band sinfoniche (Epica, After Forever, Avantasia fra le tante) ed un pezzo da novanta della storia del metal, benché lo stesso Kiske si sia effettivamente riavvicinato al genere che lo ha reso celebre solo negli ultimi anni, dopo diversi lavori totalmente differenti dai bei tempi dei due leggendari Keeper. Il primo album targato Kiske/Somerville, come dicevamo poc’anzi, ha tuttavia creato qualche discussione: benché la qualità media dei brani fosse nel complesso buona e la produzione splendidamente curata, paradossalmente proprio i due cantanti sembravano costituire l’anello debole della catena. Ciò, chiaramente, non si è verificato a causa della loro bravura, totalmente fuori discussione, bensì a causa di una certa freddezza e di una alchimia non impeccabile. Saranno riusciti i nostri a limare questo difetto nel qui presente City of Heroes, fresco di stampa? Scopriamolo assieme.

Come per l’eponimo esordio, la composizione dei brani è affidata al bassista Mat Sinner, noto per i suoi lavori con Sinner e Primal Fear ed al polistrumentista Magnus Karlsson, la mente dietro al progetto Allen/Lande e già al lavoro con Kiske nei Place Vendome. Un pezzo, inoltre, è a firma di Somerville e di Sander Gommans, celebre per esser stato il chitarrista degli After Forever e, benché la cosa non aggiunga o tolga nulla all’album, da due anni marito della stessa vocalist: gli ingredienti per far bene, insomma, ci sono tutti, a patto che siate consapevoli del fatto che l’anima dell’album e del progetto è squisitamente AOR. Pronti, via, a dar fuoco alle polveri provvede la title-track, inaugurata da un buon riff di chitarra e da una batteria efficace; il primo ad entrare in scena è Kiske e, come ogni volta, sentire la sua voce non può che provocare un brivido. Meno entusiasmante, viceversa, è l’ingresso di Amanda Somerville, intrappolata in tutto il brano su tonalità medie che non le rendono giustizia. Come era facilmente immaginabile, i due si uniscono sul ritornello, un po’ debole nella parte conclusiva ma comunque piacevole, per quanto probabilmente le strofe siano meglio costruite. Le tastiere si prendono la scena sulla seconda traccia, Walk on Water, il cui punto di forza è viceversa proprio il ritornello: è piuttosto classico e prevedibile, sia chiaro, ma appare meglio riuscito rispetto alle strofe, non eccezionali. Il primo brano davvero ben riuscito e congegnato in tutte le sue parti è dunque Rising Up, che unisce strofe intriganti ad un ritornello arioso e godibile, con le tastiere che puntellano il tutto senza essere invasive ed una chitarra che, quando serve, fa sentire la propria presenza in maniera efficace. Certo, lo schema “Prima strofa a Kiske, seconda a Somerville e via tutti assieme nel ritornello” è un po’ abusato, ma del resto un progetto a due voci comporta necessariamente questo genere di situazione. Salvation è un altro brano riuscito, un pezzo dall’attitudine fortemente teatrale dove anche la vocalist mostra finalmente di cosa è capace, con Kiske che naturalmente non demerita e tastiere dolci ed eleganti al tempo stesso. Dopo il classico avvio in sordina, insomma, il lavoro sembra aver preso una buona piega, convenite? Peccato che Lights Out, per quanto impeccabile dal punto di vista strumentale e con la miglior prestazione di Mrs. Gommans fino ad ora, sia un po’ più banalotta. Poco male, Breaking Neptune (composta dalla coppia, in tutti i sensi, Somerville/Gommans) ci riporta su livelli consoni alle abilità dei musicisti coinvolti, prima della classica ballad da accendini, intitolata Ocean of Tears, evocativa e splendidamente interpretata, ma sinceramente noiosa prima dell’esplosione sonora nella seconda metà. Una certa altalena qualitativa, insomma, assurge indubbiamente a difetto di questo nuovo lavoro del sodalizio Kiske/Somerville. L’altalena, però, presuppone che a momenti bassi ve ne siano anche di alti: Open Your Eyes e Last Goodbye, dove l’intesa fra i due cantanti funziona a meraviglia (finalmente, verrebbe da dire!), appartiene indubbiamente ai secondi. Avvicinandosi alla conclusione del disco, i nostri ci riprovano con la ballatona, After the Night is Over, prevedibile come la precedente, ma indubbiamente meglio riuscita, grazie ad un ritornello intrigante e ben interpretato dai nostri e ad un lavoro di chitarra impeccabile da parte di Karlsson. Run with a Dream parte in modo discutibile, ma cresce col passare dei secondi, mettendo in mostra un bel chorus melodico, per quanto forse eccessivamente infarcito di tastiere; infine, è un peccato trovarsi di nuovo a che fare con un brano sottotono, dopo il buon livello della seconda parte di City of Heroes, ma Right Now non eguaglia la qualità delle tracce precedenti e non bastano le ugole dei due cantanti per migliorare il giudizio.

La maniera migliore per giudicare questo album e, in fondo, l’intero progetto Kiske/Somerville è innanzitutto comprendere che abbiamo a che fare, appunto, con un progetto: dubitiamo fortemente che i e musicisti abbiano provato assieme i brani ed è estremamente più facile pensare che le due menti dietro ai brani abbiano composto il tutto, fornendo poi ai cantanti dei prodotti “preconfezionati” su cui limitarsi ad incidere le proprie parti. Tenendo presente questo fatto e considerando che stiamo parlando di AOR, il risultato non è affatto malvagio: il disco è altalenante, lo abbiamo notato, ma nel complesso sono più i brani funzionanti che quelli non riusciti, soprattutto nella seconda metà di City of Heroes. L’affiatamento fra i due cantanti, seppur ancora non certo impeccabile, è migliorato rispetto all’esordio e, sebbene Amanda Somerville risulti a tratto un po’ sprecata, mostra maggiormente le propri abilità. Poco da dire, invece, sulla prestazione degli altri artisti coinvolti: Kiske è Kiske e, anche se tutti noi lo preferiamo impegnato a sforzare le ugole su melodie trascinanti, con la sua voce nobilita ogni cosa che tocca, mentre Kalrsson e soci svolgono bene il loro compito. Il problema principale, insomma, risiede proprio nelle canzoni in sé, non sempre brillanti, ma tutto sommato ci accontentiamo di avere a che fare con un prodotto già migliore rispetto alla prima fatica del duo Kiske/Somerville



Genere: Melodic Heavy Metal
Paese: Germania
Qualità: 320 kbps 

TRACKLIST

01. City of Heroes
02. Walk on Water
03. Rising Up
04. Salvation
05. Lights Out
06. Breaking Neptune
07. Ocean of Tears
08. Open Your Eyes
09. Last Goodbye
10. After the Night Is Over
11. Run with a Dream
12. Right Now
 
 

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